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Prato. Giuseppe, il pensionato solo. È stato sepolto dopo sette mesi.

L’ha voluto piangere solo il titolare dell’affittacamere, dove ha abitato per cinque anni. È sua la rosa appassita posata su una fredda lapide senza volto, aggrappata a una croce di legno e a una targa con la data di nascita e di morte. Giuseppe Trevisani era un pensionato di 76 anni e i 77 li avrebbe compiuti l’11 marzo. Non ce l’ha fatta. La sera del 18 febbraio Giuseppe s’è sentito male in casa e i coinquilini con cui divideva l’appartamento hanno chiamato i soccorsi. È stato operato d’urgenza, ma non c’è stato nulla da fare. Non si sa di cosa realmente sia morto Giuseppe, ma quel che è certo è che il suo corpo è rimasto nell’obitorio dell’ospedale per sette mesi, senza che nessun parente si sia mai fatto vivo. Che fare di quella salma che reclamava degna sepoltura? A luglio l’Asl ha chiamato il Comune che s’è accollato le spese per il trasporto e la tumulazione nel cimitero di Chiesanuova: la sepoltura, eseguita dalla Misericordia, è avvenuta il 15 settembre. E dire che i servizi sociali del Comune hanno fatto di tutto per rintracciare i parenti che, fino al 2013, risultava residente nella capitale. Giuseppe tirava a campare con la sua modesta pensione e avrebbe confidato al padrone dell’affittacamere di essere separato e di avere anche un figlio. Di loro, nessuna traccia.

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