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Comitato sul forno crematorio: “I controlli li fa il controllato”.

«Il controllato che fa il controllore» contestano a gran voce i cittadini del Comitato tutela salute Carrara che non arretrano di un millimetro. Prosegue la loro battaglia contro Piazza Due Giugno, trascinatasi anche sui banchi del Consiglio di Stato per impedire che il forno crematorio di Turigliano bruci anche le salme di non carraresi.
Ora alla vicenda si aggiunge un nuovo tassello: il Comitato lamenta di non riuscire a prendere visione dei dati dei monitoraggi eseguiti sulle emissioni del forno entrato in funzione a marzo e richiesti ad Arpat. Non soltanto, il comitato spiega di aver ricevuto dall’ente solo una relazione senza l’indicazione dei dati, relazione da cui ha scoperto – fa sapere – che i campionamenti sono stati eseguiti da personale Apuafarma e non da personale Arpat: «Hanno fatto un campionamento in autogestione: nella relazione Arpat parla e si rivolge ad Apuafarma come il soggetto che ha svolto i campionamenti – fanno sapere infuriati dal Comitato – Apuafarma in pratica è controllato e insieme controllore». Il braccio di ferro del Comitato sul forno crematorio era già stato ingaggiato con l’amministrazione Zubbani, la quale era stata accusata di aver approvato la delibera in sordina passando dalla giunta e non dalla seduta consigliare. Il testa a testa tra Palazzo civico e comitato è proseguito anche con l’amministrazione De Pasquale e la battaglia è approdate nelle aule dei tribunali amministrativi. Nel mirino il fatto che sia consentita anche la cremazione di salme non carraresi con lo scopo – ricorda il comitato – di garantire l’equilibrio economico finanziario del servizio.
Per fare il punto sui prossimi passi davanti alla giustizia amministrativa, si è svolta una riunione, alla presenza dell’avvocato Daniele Granara.

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