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Mestre. Rompevano le tombe per rifarle. Sei mesi ai marmisti del cimitero.

A volte, quando andavano al cimitero a trovare i loro cari, si accorgevano che dalle tombe mancava qualcosa. Oppure che qualche componente, come lampade o candele elettriche, era stato danneggiato. Subito pensavano a qualche atto vandalico o al gesto di alcuni ladri senza scrupoli che rubavano quegli oggetti per poi rivenderli, senza pensare al dolore che aggiungevano a quello già enorme per la perdita di una persona vicina. Il passo successivo era rivolgersi all’azienda che li aveva assistiti nell’organizzazione del funerale e compravano dei nuovi pezzi per sostituire quelli mancanti. Non sapevano, però, che i responsabili di quei gesti odiosi erano proprio gli stessi titolari della società, una ditta che si occupa di lavorazione del marmo e affini. Lo hanno scoperto solo qualche tempo dopo, grazie alle telecamere di sorveglianza che li hanno immortalati.

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