fbpx

Sassari. Un ex infermiere lascia il proprio necrologio: “Sono morto, peccato…”.

Sono morto. Peccato, perché è bella la vita!”. La pagina dei necrologi di un giornale è una quotidiana antologia di Spoon River. Sulla Nuova Sardegna è comparso un annuncio funebre che attira l’attenzione perché è il defunto a dare, in prima persona, la notizia della propria dipartita. Lui si chiamava Giovanni Setti, aveva 71 anni, ed è stato sconfitto, ma non vinto, da una lunga malattia. Il necrologio l’ha scritto proprio lui, otto anni fa. È stata la moglie, Letizia Farina, a spiegare le ragioni del messaggio di un uomo molto amato e innamorato della vita. Al punto che ha voluto che un piccolo inno positivo precedesse il suo necrologio. In effetti, racconta la moglie e confermano i figli Gabriele e Valeria “con gratitudine per tutto ciò che ci ha dato”, la voglia di vivere ha accompagnato Giovanni Setti in tutta la sua esistenza ed è stata il valore aggiunto della sua famiglia, il sorriso che ha regalato ai pazienti che ha assistito quando faceva l’infermiere a San Camillo. Se anche ha conosciuto tante storie di sofferenza, è riuscito a trasformare ogni cosa con la forza positiva di un carattere solare. Ecco perché, un giorno di sette anni fa, già malato, scrisse un testamento olografo che dava le disposizioni per il suo “fine vita”: nessun accanimento terapeutico, perché voleva morire secondo il corso naturale. E poi quella frase da scrivere nel necrologio, quando sarebbe arrivato il momento. Letizia ha accontentato il marito. Lei, terapista del linguaggio, sa che quelle parole sono una dichiarazione d’amore.

Condividi
Indietro