I social network sono diventati lo strumento di socializzazione fondamentale per gli adolescenti di tutto il mondo: è il loro biglietto da visita ed è fondamentale per comprendere come sono considerati dai coetanei. Purtroppo, però, come nella vita reale anche sulla rete esistono i bulli e i ragazzi più timidi che subiscono le prese in giro degli altri, si sentono disperati, tristi e molti, addirittura, pensano al suicidio. Il dato più preoccupante è che il numero di adolescenti americani che vive questi stati d’animo è cresciuto dal 32% del 2009 al 36% del 2015. La situazione diventa ancora più tragica se si considera solo il target femminile: la percentuale sale dal 40% al 45%. Secondo una ricerca dell’Università di San Diego, che ha coinvolto mezzo milione di ragazzi americani, infatti, emerge che le ragazze tra i 13 ed i 18 anni sono le più portate al suicidio. Complici di questa drammatica situazione sono gli smartphone e i tablet che permettono di essere sempre online. Mentre nel 2009 il 58% delle ragazze di 12/13 anni usava quotidianamente i social media, nel 2015 queste sono diventate l’87%. Dal 2009 al 2015 gli adolescenti che hanno trascorso più di 5 ore al giorno sui social network sono passati dall’8% al 19% diventando le vittime principali della rete. L’autore dello studio Jean Twenge dell’Università di San Diego, avverte: “Dobbiamo smettere di pensare che gli smartphone e gli altri dispositivi elettronici siano innocui”.