“Vivere il dolore in solitudine, senza inventarsi nulla, distrugge la qualità umana delle persone. Attraversare il dolore giocando, facendo finta che si possa andare oltre, fa crescere la qualità di tutto il genere umano“. Ecco: bisognava inventarsi qualcosa. Andrea Pilotta, dopo che suo figlio Jacopo, per tutti Papo, a soli 10 anni è “volato dall’altra parte dell’Infinito” ha cominciato a scrivergli. Tante lettere, una ogni notte in mezzo al silenzio della sua casa. Lettere che sono diventate una pagina Facebook e un caso sui social: perché in queste migliaia di righe ci sono tutta la sofferenza e la rabbia che un evento così innaturale provoca in un padre. Ma c’è anche tanto amore che ha generato altro amore, in quelle forme straordinarie e inaspettate che i grandi sentimenti ti regalano, e ha dato forza ad altri genitori passati nello stesso tunnel: “Ora la mia missione è far sapere al mondo quando era meravigliosamente incredibile mio figlio Papo“, spiega Pilotta.