Una fitta al cuore a pensare al cimitero, luogo che è diventato simbolo di degrado, malaffare, criminalità organizzata e speculazione invece di essere il posto dove si coltiva la memoria dolente di chi è passato. Adesso il clan Vastarella occupa per i propri morti una cappella di proprietà comunale così, come se niente fosse. Se una società si giudica anche dal modo in cui mantiene il ricordo dei defunti, per conservare nella propria anima il meglio delle vite che hanno riempito il territorio, be’, questo è davvero il segno dei tempi. Tutt’altro che una livella, la morte da queste parti.
Maurizio de Giovanni
fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it