Quando attraversiamo la scalinata confortevole che conduce al Convento di San Gregorio Armeno, e superato il portale ci si schiude davanti agli occhi una delle più belle visioni di Napoli, il celebre chiostro che intorno ad una splendida fontana con statue a grandezza naturale sprofonda nel verde, facciamo fatica a credere che questa anticamera del Paradiso sia stata preclusa all’umanità per così tanti secoli. Se si prosegue nel cammino che porta al convento, si ha la possibilità di continuare a respirare quell’atmosfera contenuta e meditativa che accompagnava le monache di clausura nella loro vita spirituale, tra statue, statuette, intarsi lignei, bassorilievi, dipinti, affreschi. Tutte le arti sembrano convogliare in un’unica direzione: la preghiera. Ma un segreto queste mura non osavano rivelare. E al posto loro, parlò Enrichetta Caracciolo.
Santa Patrizia ed Enrichetta: due misteri nel chiostro napoletano.
6 Febbraio 2017, 22:11
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