Esattamente un anno fa la giornata di tutti gli amanti del rock residenti in Europa e dintorni iniziò nel peggiore dei modi: era da poco passata l’alba quando le agenzie di tutto il mondo iniziarono a battere la notizia della morte di David Bowie, spentosi nella sua casa di New York all’età di 69 anni dopo una battaglia durata un anno e mezzo contro un tumore al fegato. La perdita del Thin White Duke – che aveva stupito tutti solo qualche giorno prima pubblicando quello che sarebbe passato alla storia come il suo testamento artistico, “Blackstar” – ha scosso il mondo dell’arte e della cultura come pochi altri addii sono stati in grado di registrare, almeno in questo ambito, in tempi recenti.
In occasione del primo anniversario della morte di David Bowie, Rockol ricorda “l’uomo che cadde sulla terra” con uno speciale che spazia dall’impatto sulla cultura pop avuto dalla carriera dell’artista al suo atteggiamento rivoluzionario – ma tenuto sempre in secondo piano – nel rapportarsi con l’industria discongrafica, ricordando i tributi della star italiane e internazionali alle sue opere, la sua carriera da attore, le sue letture e molto altro ancora. Perché ora che “le cicatrici che non si possono vedere” l’hanno davvero spedito “lassù, in paradiso”, non ci rimane nient’altro se non quello che ci ha lasciato. Buona lettura…
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