Sono assai rare le star della cultura. Ma Zygmunt Bauman, scomparso lunedì 9 gennaio all’età di 91 anni, ha goduto di un’immensa popolarità, grazie alla sua capacità di parlare alla gente con un linguaggio semplice e comprensibile, mai riduttivo. Lascia un vuoto incolmabile: aumenterà la “solitudine del cittadino globale”, privo della sua voce indignata e rassicurante. Sempre defilato dalle sfere istituzionali, il suo pubblico non erano i sociologi, né gli addetti ai lavori, ma le persone comuni che si affollavano attorno a lui per ascoltare le parole di un vecchio saggio che sapeva “vedere” i fenomeni generazionali. Fuori dalla sua età, ma con la saggezza della sua età.