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Diecimila euro per morire: il suicidio assistito viaggia sulla rotta Italia-Ticino.

Tutti parlano di “cliniche svizzere”, ma in realtà i luoghi del suicidio assistito in terra elvetica non assomigliano per nulla a strutture sanitarie. Spesso sono soltanto stanze arrangiate alla meglio, in camere d’albergo o appartamenti qualunque, affittati o messi a disposizione per lo scopo. Quando accade che i vicini si lamentano per l’eccessivo via vai di bare, ci si sposta in un’altra sede temporanea. In altri casi è stato utilizzato uno spazio all’interno di un ex centro estetico in area industriale, oppure, quando è possibile, si agisce a domicilio. Il tutto è più o meno legale, e si basa sul fatto che il Codice penale svizzero sanziona soltanto chiunque “per motivi egoistici istiga alcuno al suicidio o gli presta aiuto“. Insomma, se lo scopo dell’assistenza non è “egoistico”, secondo una certa interpretazione attuale non si configurerebbe un reato.

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