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Se vuoi elaborare il lutto devi sfidare il fantasma: “Prima di perderti” di Tommaso Giagni.

libro-1Quello di elaborazione del lutto è un concetto di matrice psicologica entrato di recente nel linguaggio comune. Lo si sente nominare spesso, come fosse una categoria nota a chiunque abbia perso da poco una persona cara (o, per libera associazione, a chi soffra per un amore finito), in dialoghi tipo: “Come sta Silvia?“; “Insomma. Sta elaborando un lutto“. Questa banalizzazione del tragico, oltre a ridimensionare la sofferenza di chi piange i suoi morti e non trova consolazione (perché una consolazione, davanti all’assoluto della morte, non c’è), allude a una provvisorietà del dolore che semplifica la complessità del lavoro di elaborazione del lutto riducendolo a pura attesa, quasi che Silvia, per stare all’esempio, dovesse solo aspettare un po’ e poi il suo lutto si elaborerebbe da sé, come certe ferite più profonde di altre che impiegano un po’ di tempo a cicatrizzarsi. Bene: il maggior pregio del nuovo romanzo di Tommaso Giagni, Prima di perderti, è quello di costituire un’opposizione poetica a questa semplificazione culturale.

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