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Halloween e la morte più social.

È già successo. Sappiamo da tempo quella simpatica vecchietta chiamata befana ha quasi sfrattato l’Epifania cristiana. Ma la befana porta una calza piena di dolci sorprese, difficile resisterle. Mentre l’Epifania è esigente, richiede ascolto e soprattutto fede. Oggi sembra che la storia si ripeta, faccia il bis: Halloween sostituisce in un colpo solo Ognissanti e la commemorazione dei defunti. D’altro canto Halloween è giocosa, seduttiva, divertente. Quasi un secondo carnevale in un momento dell’anno climaticamente triste – la luce del giorno si riduce, il freddo si avvicina – ed in cui si è lontani sia dalle ferie estive (ormai un ricordo) che dall’atmosfera natalizia (con tutto ciò che ne segue). Nella nostra logica ludica e mercantile, Halloween offre insomma una pausa gradita, quasi necessaria. Halloween offre anche un (apparente) paradosso. Rimanda all’aldilà, ai morti, ai poteri tenebrosi delle streghe e di misteriose potenze del male. Un horror disneyzzato in cui è d’obbligo solo il colore nero ed in cui i bambini indossano costumi da scheletro o da fantasma. La morte, quella vera, si allontana e scolorisce.

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