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Nella valle del Kashmir si continua a morire.

Nelle ultime settimane l’entità degli scontri in Kashmir si è notevolmente ridimensionata per via di diversi motivi. Ma sabato mattina, all’ospedale di Srinagar, Junaid Ahmad è deceduto all’età di 12 anni a causa delle irreversibili ferite inflittegli dai pellet gun. Gli abitanti della città in poche ore si sono radunati fuori dall’ospedale ed hanno dato inizio ad una oceanica processione funeraria per trasportare la salma del giovane al cimitero di Eidgah, dove Junaid avrebbe riposato accanto ai martiri dell’azadi, libertà in urdu. Dopo qualche chilometro però il corteo è stato intercettato dai paramilitari indiani e dalla polizia locale che hanno improvvisamente lanciato numerosi lacrimogeni e granate stordenti sulla folla. Questa fotografia, in cui i parenti di Junaid cercano di proteggerne il corpo circondati da una nuvola di lacrimogeni, spiega molto più di mille parole.

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