É lungo una decina di centimetri, completamente trasparente e dotato di lunghe ciglia che usa per muoversi. Questo migrante, una delle centinaia di specie che si affollano nel Mediterraneo fuggendo dai tropici diventati troppo caldi, si chiama Mnemiopsis leidyi, o sea walnut, e sta invadendo l’Adriatico. Fin qui niente di male, anche perché il ricambio biologico crea qualche problema alle specie indigene, ma permette di sostituire quelle in difficoltà per il cambiamento climatico. Il problema è che questo parente delle meduse – si tratta di uno ctenoforo – è un vorace divoratore di plancton, uova e larve di pesci: nel Mar Nero ha compiuto una strage che ha messo in ginocchio la pesca. Il disastro si ripeterà in Italia? L’allarme è stato lanciato dalla rivista New Scientist che ha segnalato la presenza, per la prima volta massiccia, della Mnemiopsis leidyi lungo le coste dell’Adriatico. ”Questo ctenoforo è arrivato da noi compiendo un lungo percorso”, spiega Ferdinando Boero, docente di biologia marina all’Università del Salento ed esperto del Cnr –Ismar. ”Dalle coste orientali degli Stati Uniti ha preso un passaggio nelle acque di zavorra delle navi ed è sbarcato nel Mar Nero, da dove ha cominciato a colonizzare il Mediterraneo. Nel Mar Nero però ci sono comunità biologiche marine semplificate rispetto alle nostre e non è detto che qui si ripeta lo stesso scenario negativo, anche se il rischio esiste per vari motivi“.