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Gli italiani volati via con la “dolce morte”.

Piergiorgio Welby, Luca Coscioni, Eluana Englaro, Giovanni Nuvoli. E tanti altri. Nomi di uomini e donne morti dopo anni di calvario e intorno ai quali la discussione sull’eutanasia è deflagrata fino a scatenare infinite polemiche politiche. Nomi accanto ai quali si sono sempre affiancati i Radicali per rivendicare il loro “diritto a morire” in un paese, l’Italia, che non lo prevede e che da anni discute sull’opportunità di varare o meno una legge che consenta quella che in molti chiamano “dolce morte” e che altri considerano una resa da parte dello Stato di fronte a un dono, quella della vita. E mentre nel nostro Paese si dibatte, ogni anno duecento italiani, la maggior parte colpiti da tumore, decidono di porre fine alle loro vite nelle cliniche svizzere, dove la morte volontaria è legale.

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