20 aprile 2014. Muore Claudio Fava, voce libera del giornalismo italiano.

202Claudio G. Fava nasce a Catania il 7 aprile 1929.
Cresce in una Sicilia complessa, terra di contrasti e passioni, che segnerà profondamente il suo sguardo sul mondo.
Sin da giovane, coltiva l’amore per la parola scritta, la curiosità verso i fatti, la voglia di raccontare la verità, anche quando è scomoda.
Il giornalismo diventa il suo strumento per comprendere e spiegare, per dare voce a chi voce non ha.
Un giornalismo al servizio della verità
La carriera di Claudio Fava si sviluppa in una lunga stagione di impegno e passione civile.
Scrive per importanti testate italiane, sempre con uno stile diretto, asciutto e carico di umanità.
I suoi reportage raccontano una Sicilia viva e dolente, fatta di bellezza e di ferite profonde.
Con il tempo, il suo nome diventa sinonimo di integrità e coraggio, in un’epoca in cui raccontare la realtà può essere rischioso.
Oltre al giornalismo, si dedica anche alla scrittura, firmando romanzi e sceneggiature che amplificano la sua voce.
Ogni sua opera porta con sé l’urgenza di testimoniare, di scavare sotto la superficie, di restituire dignità alla complessità della vita reale.
Claudio G. Fava padre e maestro
Claudio Fava è anche il padre di Giuseppe Fava, giornalista e scrittore assassinato dalla mafia nel 1984.
Un dolore immenso, che trasforma il suo impegno in qualcosa di ancora più profondo e necessario.
Non smette mai di lottare contro l’omertà e l’indifferenza, mantenendo viva la memoria del figlio e la sua battaglia per un’informazione libera.
Il suo esempio diventa un punto di riferimento per intere generazioni di giornalisti, che vedono in lui la testimonianza concreta di un mestiere fatto con coscienza e responsabilità.
20 aprile 2014: il saluto a una voce coraggiosa
Claudio Fava si spegne il 20 aprile 2014 a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, all’età di 85 anni.
I funerali si svolgono in un clima di commozione autentica, nel ricordo di un uomo che ha dedicato la vita alla ricerca della verità.
Oggi il suo nome resta inciso nella storia del giornalismo italiano come esempio di onestà, coraggio e amore per la libertà.
Il suo lascito è un invito a non smettere mai di raccontare, anche quando farlo significa esporsi, rischiare, resistere.
202Claudio G. Fava nasce a Catania il 7 aprile 1929.
Cresce in una Sicilia complessa, terra di contrasti e passioni, che segnerà profondamente il suo sguardo sul mondo.
Sin da giovane, coltiva l’amore per la parola scritta, la curiosità verso i fatti, la voglia di raccontare la verità, anche quando è scomoda.
Il giornalismo diventa il suo strumento per comprendere e spiegare, per dare voce a chi voce non ha.
Un giornalismo al servizio della verità
La carriera di Claudio Fava si sviluppa in una lunga stagione di impegno e passione civile.
Scrive per importanti testate italiane, sempre con uno stile diretto, asciutto e carico di umanità.
I suoi reportage raccontano una Sicilia viva e dolente, fatta di bellezza e di ferite profonde.
Con il tempo, il suo nome diventa sinonimo di integrità e coraggio, in un’epoca in cui raccontare la realtà può essere rischioso.
Oltre al giornalismo, si dedica anche alla scrittura, firmando romanzi e sceneggiature che amplificano la sua voce.
Ogni sua opera porta con sé l’urgenza di testimoniare, di scavare sotto la superficie, di restituire dignità alla complessità della vita reale.
Claudio G. Fava padre e maestro
Claudio Fava è anche il padre di Giuseppe Fava, giornalista e scrittore assassinato dalla mafia nel 1984.
Un dolore immenso, che trasforma il suo impegno in qualcosa di ancora più profondo e necessario.
Non smette mai di lottare contro l’omertà e l’indifferenza, mantenendo viva la memoria del figlio e la sua battaglia per un’informazione libera.
Il suo esempio diventa un punto di riferimento per intere generazioni di giornalisti, che vedono in lui la testimonianza concreta di un mestiere fatto con coscienza e responsabilità.
20 aprile 2014: il saluto a una voce coraggiosa
Claudio Fava si spegne il 20 aprile 2014 a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, all’età di 85 anni.
I funerali si svolgono in un clima di commozione autentica, nel ricordo di un uomo che ha dedicato la vita alla ricerca della verità.
Oggi il suo nome resta inciso nella storia del giornalismo italiano come esempio di onestà, coraggio e amore per la libertà.
Il suo lascito è un invito a non smettere mai di raccontare, anche quando farlo significa esporsi, rischiare, resistere.