19 marzo 2002. Muore Marco Biagi, il giurista della riforma del lavoro.

Marco Biagi nasce a Bologna il 24 novembre 1950.
Dopo il diploma classico, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, dove si laurea con lode sotto la guida di Giuseppe Federico Mancini.
Subito dopo, ottiene una borsa di studio di perfezionamento in diritto del lavoro alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, studiando con Luigi Montuschi.
Durante gli anni della formazione, partecipa alla redazione della rivista Quale Giustizia e si avvicina alla politica, aderendo al Movimento Politico dei Lavoratori, che successivamente confluirà nel Partito Socialista Italiano.
L’ingresso nell’accademia e la ricerca
Nel 1974, Biagi inizia la carriera accademica come docente a contratto in materie privatistiche presso l’Università di Bologna.
Successivamente, insegna anche alle Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia e Calabria.
Nel 1984, vince il concorso a cattedra e diventa professore ordinario di diritto del lavoro e diritto sindacale comparato all’Università di Modena e Reggio Emilia.
La sua attività di ricerca si concentra sulle relazioni industriali e le politiche del lavoro in ambito europeo e internazionale.
Collabora con istituzioni accademiche come il Dickinson College di Bologna e la Johns Hopkins University.
Nel 2000, fonda l’Associazione ADAPT, un centro studi specializzato nel diritto del lavoro comparato.
L’attività politica e la consulenza governativa
Negli anni ’90, Biagi diventa consulente della Commissione Europea e del Ministero del Lavoro.
Collabora con vari governi, a prescindere dal colore politico, contribuendo alla stesura di riforme nel mercato del lavoro.
Nel 1995, affianca il ministro Tiziano Treu nell’elaborazione di nuove norme sull’occupazione.
Successivamente, offre il suo contributo ai ministri Antonio Bassolino, Angelo Piazza e Roberto Maroni.
Nel 2001, viene incaricato di coordinare la riforma del mercato del lavoro per conto del governo Berlusconi II.
La sua capacità di dialogo con i sindacati e le istituzioni lo rende una figura chiave nel dibattito sulle politiche del lavoro.
Parallelamente, diventa un punto di riferimento per la stampa economica, scrivendo per Il Sole 24 Ore e altre testate nazionali.
La riforma del lavoro e la Legge Biagi
Marco Biagi promuove una riforma basata su flessibilità contrattuale e nuove forme di occupazione.
L’obiettivo principale è modernizzare il mercato del lavoro italiano, rendendolo più dinamico e inclusivo.
Questa visione si concretizza nella Legge 30/2003, conosciuta come Legge Biagi, che introduce strumenti come:
- Contratti di somministrazione di lavoro
- Job sharing e job on call
- Stage e tirocini formativi
La riforma genera un ampio dibattito.
Da un lato, viene vista come un passo avanti per la competitività e la crescita dell’occupazione.
Dall’altro, alcuni critici sostengono che abbia aumentato la precarietà dei lavoratori.
L’attentato delle Nuove Brigate Rosse
Il 19 marzo 2002, Marco Biagi viene assassinato sotto casa a Bologna da un commando delle Nuove Brigate Rosse.
Mentre rientra in bicicletta, viene raggiunto da sei colpi di pistola davanti al portone della sua abitazione in via Valdonica 14.
L’attentato viene rivendicato dalle Nuove BR, che lo accusano di essere un “servitore del padronato”.
Biagi aveva già ricevuto minacce e richiesto protezione, ma la sua scorta era stata revocata nel 2001.
La sua morte scuote l’opinione pubblica e il mondo politico.
In segno di riconoscimento, nel 2002, Bologna gli intitola una piazza vicino al luogo dell’attentato.
Eredità e riconoscimenti
Dopo la sua scomparsa, l’Università di Modena e Reggio Emilia intitola a Marco Biagi la propria Facoltà di Economia.
Nasce anche la Fondazione Marco Biagi, un centro di ricerca dedicato allo studio delle relazioni industriali e del diritto del lavoro.
Marco Biagi nasce a Bologna il 24 novembre 1950.
Dopo il diploma classico, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, dove si laurea con lode sotto la guida di Giuseppe Federico Mancini.
Subito dopo, ottiene una borsa di studio di perfezionamento in diritto del lavoro alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, studiando con Luigi Montuschi.
Durante gli anni della formazione, partecipa alla redazione della rivista Quale Giustizia e si avvicina alla politica, aderendo al Movimento Politico dei Lavoratori, che successivamente confluirà nel Partito Socialista Italiano.
L’ingresso nell’accademia e la ricerca
Nel 1974, Biagi inizia la carriera accademica come docente a contratto in materie privatistiche presso l’Università di Bologna.
Successivamente, insegna anche alle Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia e Calabria.
Nel 1984, vince il concorso a cattedra e diventa professore ordinario di diritto del lavoro e diritto sindacale comparato all’Università di Modena e Reggio Emilia.
La sua attività di ricerca si concentra sulle relazioni industriali e le politiche del lavoro in ambito europeo e internazionale.
Collabora con istituzioni accademiche come il Dickinson College di Bologna e la Johns Hopkins University.
Nel 2000, fonda l’Associazione ADAPT, un centro studi specializzato nel diritto del lavoro comparato.
L’attività politica e la consulenza governativa
Negli anni ’90, Biagi diventa consulente della Commissione Europea e del Ministero del Lavoro.
Collabora con vari governi, a prescindere dal colore politico, contribuendo alla stesura di riforme nel mercato del lavoro.
Nel 1995, affianca il ministro Tiziano Treu nell’elaborazione di nuove norme sull’occupazione.
Successivamente, offre il suo contributo ai ministri Antonio Bassolino, Angelo Piazza e Roberto Maroni.
Nel 2001, viene incaricato di coordinare la riforma del mercato del lavoro per conto del governo Berlusconi II.
La sua capacità di dialogo con i sindacati e le istituzioni lo rende una figura chiave nel dibattito sulle politiche del lavoro.
Parallelamente, diventa un punto di riferimento per la stampa economica, scrivendo per Il Sole 24 Ore e altre testate nazionali.
La riforma del lavoro e la Legge Biagi
Marco Biagi promuove una riforma basata su flessibilità contrattuale e nuove forme di occupazione.
L’obiettivo principale è modernizzare il mercato del lavoro italiano, rendendolo più dinamico e inclusivo.
Questa visione si concretizza nella Legge 30/2003, conosciuta come Legge Biagi, che introduce strumenti come:
- Contratti di somministrazione di lavoro
- Job sharing e job on call
- Stage e tirocini formativi
La riforma genera un ampio dibattito.
Da un lato, viene vista come un passo avanti per la competitività e la crescita dell’occupazione.
Dall’altro, alcuni critici sostengono che abbia aumentato la precarietà dei lavoratori.
L’attentato delle Nuove Brigate Rosse
Il 19 marzo 2002, Marco Biagi viene assassinato sotto casa a Bologna da un commando delle Nuove Brigate Rosse.
Mentre rientra in bicicletta, viene raggiunto da sei colpi di pistola davanti al portone della sua abitazione in via Valdonica 14.
L’attentato viene rivendicato dalle Nuove BR, che lo accusano di essere un “servitore del padronato”.
Biagi aveva già ricevuto minacce e richiesto protezione, ma la sua scorta era stata revocata nel 2001.
La sua morte scuote l’opinione pubblica e il mondo politico.
In segno di riconoscimento, nel 2002, Bologna gli intitola una piazza vicino al luogo dell’attentato.
Eredità e riconoscimenti
Dopo la sua scomparsa, l’Università di Modena e Reggio Emilia intitola a Marco Biagi la propria Facoltà di Economia.
Nasce anche la Fondazione Marco Biagi, un centro di ricerca dedicato allo studio delle relazioni industriali e del diritto del lavoro.