19 aprile 1768. Muore Canaletto, il pittore che incanta il mondo con la sua Venezia.

Canaletto nasce a Venezia il 7 ottobre 1697.
Il suo vero nome è Giovanni Antonio Canal, ma il mondo lo conoscerà per sempre con quel diminutivo affettuoso che sa già di leggenda.
Fin da giovane respira l’arte nei teatri della Serenissima, dove lavora accanto al padre come scenografo.
È in quegli anni che affina l’occhio e la mano, imparando a catturare la grandiosità dello spazio e la magia della luce.
La Venezia di Canaletto, un capolavoro senza tempo
La svolta arriva quando Canaletto decide di lasciare il teatro per dedicarsi alla pittura di vedute.
Venezia diventa la sua musa assoluta.
Con uno sguardo preciso e poetico, immortala la città nei suoi angoli più suggestivi, esaltandone la bellezza con una luce cristallina e una prospettiva impeccabile.
Le sue tele conquistano i collezionisti stranieri, soprattutto inglesi, che vedono nei suoi dipinti un pezzo di sogno da portare a casa.
Opere come Il Canal Grande o La Festa del Redentore non sono semplici riproduzioni, ma racconti vivi, capaci di far respirare l’anima di Venezia.
Il viaggio in Inghilterra e il ritorno a casa
Nel 1746 Canaletto si trasferisce a Londra, dove trova un pubblico entusiasta delle sue vedute.
Ritrae il Tamigi, le piazze e i palazzi con la stessa maestria con cui aveva raccontato Venezia.
Ma è la nostalgia della laguna a richiamarlo.
Torna nella sua città natale, dove continua a dipingere fino agli ultimi giorni, con quello stile limpido e inconfondibile che rende ogni tela un omaggio all’eternità.
19 aprile 1768: l’addio al poeta della luce
Canaletto muore il 19 aprile 1768 a Venezia, all’età di 70 anni.
La sua scomparsa passa quasi inosservata, ma il tempo gli rende giustizia.
Oggi il suo nome brilla tra i grandi maestri della pittura, simbolo di una Venezia che non smette mai di incantare il mondo.
Nei suoi dipinti, la città resta sospesa per sempre, avvolta in una luce che appartiene al sogno.
Canaletto nasce a Venezia il 7 ottobre 1697.
Il suo vero nome è Giovanni Antonio Canal, ma il mondo lo conoscerà per sempre con quel diminutivo affettuoso che sa già di leggenda.
Fin da giovane respira l’arte nei teatri della Serenissima, dove lavora accanto al padre come scenografo.
È in quegli anni che affina l’occhio e la mano, imparando a catturare la grandiosità dello spazio e la magia della luce.
La Venezia di Canaletto, un capolavoro senza tempo
La svolta arriva quando Canaletto decide di lasciare il teatro per dedicarsi alla pittura di vedute.
Venezia diventa la sua musa assoluta.
Con uno sguardo preciso e poetico, immortala la città nei suoi angoli più suggestivi, esaltandone la bellezza con una luce cristallina e una prospettiva impeccabile.
Le sue tele conquistano i collezionisti stranieri, soprattutto inglesi, che vedono nei suoi dipinti un pezzo di sogno da portare a casa.
Opere come Il Canal Grande o La Festa del Redentore non sono semplici riproduzioni, ma racconti vivi, capaci di far respirare l’anima di Venezia.
Il viaggio in Inghilterra e il ritorno a casa
Nel 1746 Canaletto si trasferisce a Londra, dove trova un pubblico entusiasta delle sue vedute.
Ritrae il Tamigi, le piazze e i palazzi con la stessa maestria con cui aveva raccontato Venezia.
Ma è la nostalgia della laguna a richiamarlo.
Torna nella sua città natale, dove continua a dipingere fino agli ultimi giorni, con quello stile limpido e inconfondibile che rende ogni tela un omaggio all’eternità.
19 aprile 1768: l’addio al poeta della luce
Canaletto muore il 19 aprile 1768 a Venezia, all’età di 70 anni.
La sua scomparsa passa quasi inosservata, ma il tempo gli rende giustizia.
Oggi il suo nome brilla tra i grandi maestri della pittura, simbolo di una Venezia che non smette mai di incantare il mondo.
Nei suoi dipinti, la città resta sospesa per sempre, avvolta in una luce che appartiene al sogno.