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18 settembre 1944. La tragica fine di Donato Carretta.

romaPer uno scambio di persona e per una irrazionale furia di giustizia sommaria, una folla inferocita uccide Donato Carretta, direttore del carcere romano di Regina Coeli durante l’occupazione tedesca.
L’errore di identità avviene nel palazzo di Giustizia dove Carretta, che durante l’occupazione ha aiutato la Resistenza e ha favorito l’evasione di Pertini e di Saragat, è stato convocato per deporre contro Pietro Caruso.
É stato Caruso, questore di Roma fino all’arrivo degli americani, a compilare, con Buffarini Guidi, la lista dei cinquanta nomi richiesti da Kappler per completare il numero degli italiani da massacrare alle Fosse Ardeatine. Nulla possono le forze dell’ordine contro la furia della folla. Carretta, che tenta invano di sottrarsi al linciaggio, viene ferocemente malmenato, scaraventato nel Tevere e infine ucciso. Il suo cadavere, trascinato per i piedi sul selciato fino a Regina Coeli, viene appeso a testa in giù all’inferriata del carcere, così che sua moglie, affacciandosi, possa vederlo.

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