15 aprile 2018. Muore Vittorio Taviani, maestro del cinema italiano.

Vittorio Taviani nasce il 20 settembre 1929 a San Miniato, in Toscana.
Poco più di due anni dopo, l’8 novembre 1931, nasce suo fratello Paolo.
Insieme, diventeranno una delle coppie di registi più influenti del cinema italiano.
Figli di un avvocato antifascista, i Taviani respirano fin da piccoli un clima di impegno civile.
Durante la giovinezza frequentano l’università a Pisa e animano il locale cineclub.
Con l’amico partigiano Valentino Orsini organizzano proiezioni tra Pisa e Livorno.
A metà degli anni Cinquanta si trasferiscono a Roma e iniziano a girare documentari.
Tra questi, San Miniato luglio ’44, ispirato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale e scritto con Cesare Zavattini.
Vittorio Taviani e suo fratello Paolo: gli anni Sessanta, le prime regie
Nel 1960 collaborano con Joris Ivens per il documentario L’Italia non è un paese povero.
Due anni dopo, con Orsini, realizzano Un uomo da bruciare, seguito da I fuorilegge del matrimonio.
Esordiscono nel 1967 come registi autonomi con I sovversivi, film profetico sugli eventi del Sessantotto. E ancora dirigono Gian Maria Volonté in Sotto il segno dello scorpione (1969).
La consacrazione degli anni ’70
Nel 1972 firmano San Michele aveva un gallo, ispirato a Tolstoj. A seguire nel 1974 arriva Allonsanfan, con Mastroianni, Betti e Massari.
Il 1977 segna un trionfo: con Padre padrone vincono la Palma d’Oro a Cannes.
Il film racconta la dura ribellione di un pastore sardo al potere patriarcale.
Gli anni Ottanta, capolavori e premi
Nel 1982 esce La notte di San Lorenzo, ambientato nella Toscana occupata dai nazifascisti.
Il film riceve numerosi premi: Grand Prix a Cannes, Nastri d’Argento e David di Donatello.
Nel 1984 dirigono Kaos, ispirato alle novelle di Luigi Pirandello.
L’opera vince il David per la sceneggiatura.
Il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra di Venezia arriva nel 1986.
L’anno seguente provano il mercato internazionale con Good Morning Babilonia.
Nel 1990 girano Il sole anche di notte, ambientato nella Napoli del Settecento e ispirato ancora a Tolstoj.
Gli anni Novanta dei fratelli Taviani: nuovi racconti e riconoscimenti
Nel 1993 presentano il film Fiorile, riflessione sul potere corruttivo del denaro. Diventano Commendatori dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1995 e nel 1996 esce Tu ridi, ancora tratto da Pirandello, con Antonio Albanese e Lello Arena.
Il nuovo millennio: memoria, storia e onorificenze
Negli anni Duemila i Taviani ottengono il titolo di Grand’Ufficiali al Merito della Repubblica.
Girano per la TV Luisa Sanfelice, con Laetitia Casta e Adriano Giannini. Nel 2007 tornano al cinema con La masseria delle allodole, sul genocidio armeno. Il film è selezionato per la Berlinale Special e premiato con l’Efebo d’Oro.
Nel 2008 ricevono la laurea honoris causa dall’Università di Pisa. L’anno successivo ottengono il Premio Camillo Marino e il Monsignor Pierazzi. Trionfano di nuovo a Berlino nel 2012 con Cesare deve morire, girato nel carcere di Rebibbia.
Il film vince l’Orso d’Oro, due David di Donatello (miglior film e regia) e molti altri premi.
Tornano ancora una volta alla letteratura nel 2015 con Maraviglioso Boccaccio, ispirato al Decameron.
Nel cast figurano Kasia Smutniak e Riccardo Scamarcio.
La morte di Vittorio Taviani
Vittorio Taviani muore il 15 aprile 2018 a Roma, all’età di 88 anni.
La sua scomparsa segna la fine di una straordinaria carriera cinematografica.
Il fratello Paolo, compagno inseparabile di vita e di arte, continua a portare avanti la loro genialità nel cinema italiano.
LPP
Vittorio Taviani nasce il 20 settembre 1929 a San Miniato, in Toscana.
Poco più di due anni dopo, l’8 novembre 1931, nasce suo fratello Paolo.
Insieme, diventeranno una delle coppie di registi più influenti del cinema italiano.
Figli di un avvocato antifascista, i Taviani respirano fin da piccoli un clima di impegno civile.
Durante la giovinezza frequentano l’università a Pisa e animano il locale cineclub.
Con l’amico partigiano Valentino Orsini organizzano proiezioni tra Pisa e Livorno.
A metà degli anni Cinquanta si trasferiscono a Roma e iniziano a girare documentari.
Tra questi, San Miniato luglio ’44, ispirato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale e scritto con Cesare Zavattini.
Vittorio Taviani e suo fratello Paolo: gli anni Sessanta, le prime regie
Nel 1960 collaborano con Joris Ivens per il documentario L’Italia non è un paese povero.
Due anni dopo, con Orsini, realizzano Un uomo da bruciare, seguito da I fuorilegge del matrimonio.
Esordiscono nel 1967 come registi autonomi con I sovversivi, film profetico sugli eventi del Sessantotto. E ancora dirigono Gian Maria Volonté in Sotto il segno dello scorpione (1969).
La consacrazione degli anni ’70
Nel 1972 firmano San Michele aveva un gallo, ispirato a Tolstoj. A seguire nel 1974 arriva Allonsanfan, con Mastroianni, Betti e Massari.
Il 1977 segna un trionfo: con Padre padrone vincono la Palma d’Oro a Cannes.
Il film racconta la dura ribellione di un pastore sardo al potere patriarcale.
Gli anni Ottanta, capolavori e premi
Nel 1982 esce La notte di San Lorenzo, ambientato nella Toscana occupata dai nazifascisti.
Il film riceve numerosi premi: Grand Prix a Cannes, Nastri d’Argento e David di Donatello.
Nel 1984 dirigono Kaos, ispirato alle novelle di Luigi Pirandello.
L’opera vince il David per la sceneggiatura.
Il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra di Venezia arriva nel 1986.
L’anno seguente provano il mercato internazionale con Good Morning Babilonia.
Nel 1990 girano Il sole anche di notte, ambientato nella Napoli del Settecento e ispirato ancora a Tolstoj.
Gli anni Novanta dei fratelli Taviani: nuovi racconti e riconoscimenti
Nel 1993 presentano il film Fiorile, riflessione sul potere corruttivo del denaro. Diventano Commendatori dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1995 e nel 1996 esce Tu ridi, ancora tratto da Pirandello, con Antonio Albanese e Lello Arena.
Il nuovo millennio: memoria, storia e onorificenze
Negli anni Duemila i Taviani ottengono il titolo di Grand’Ufficiali al Merito della Repubblica.
Girano per la TV Luisa Sanfelice, con Laetitia Casta e Adriano Giannini. Nel 2007 tornano al cinema con La masseria delle allodole, sul genocidio armeno. Il film è selezionato per la Berlinale Special e premiato con l’Efebo d’Oro.
Nel 2008 ricevono la laurea honoris causa dall’Università di Pisa. L’anno successivo ottengono il Premio Camillo Marino e il Monsignor Pierazzi. Trionfano di nuovo a Berlino nel 2012 con Cesare deve morire, girato nel carcere di Rebibbia.
Il film vince l’Orso d’Oro, due David di Donatello (miglior film e regia) e molti altri premi.
Tornano ancora una volta alla letteratura nel 2015 con Maraviglioso Boccaccio, ispirato al Decameron.
Nel cast figurano Kasia Smutniak e Riccardo Scamarcio.
La morte di Vittorio Taviani
Vittorio Taviani muore il 15 aprile 2018 a Roma, all’età di 88 anni.
La sua scomparsa segna la fine di una straordinaria carriera cinematografica.
Il fratello Paolo, compagno inseparabile di vita e di arte, continua a portare avanti la loro genialità nel cinema italiano.
LPP