15 aprile 1980. Muore Jean-Paul Sartre, intellettuale libero e coerente.

Jean-Paul Sartre nasce a Parigi il 21 giugno 1905.
Rimane orfano di padre a quindici mesi e cresce con la madre Anne-Marie e il nonno Charles Schweitzer, che lo educa fin da piccolo.
Mostra subito una grande passione per la lettura e un temperamento riflessivo.
Lo strabismo e i problemi alla vista condizionano profondamente la sua percezione del mondo.
Durante gli studi stringe amicizia con Paul Nizan e si iscrive all’École Normale Supérieure, dove si laurea in filosofia nel 1929.
Nello stesso anno incontra Simone de Beauvoir, sua compagna di vita e pensiero.
Jean-Paul Sartre e gli esordi letterari
Negli anni Trenta insegna filosofia e, grazie a una borsa di studio, si trasferisce a Berlino.
Qui studia Husserl e Heidegger, assimilando la fenomenologia e l’ontologia esistenziale.
Si avvicina anche al pensiero di Marx e Rousseau.
Nel 1938 pubblica La Nausea, che lo impone come scrittore e filosofo esistenzialista.
La guerra e la Resistenza
Durante la Seconda guerra mondiale viene arruolato e fatto prigioniero in Germania, dove continua a scrivere e a mettere in scena opere teatrali.
Riesce a fuggire e si unisce alla Resistenza, collaborando con il movimento Combat e stringendo rapporti con Albert Camus.
In questo periodo intensifica il suo impegno politico e civile.
Il dopoguerra e il successo dell’esistenzialismo
Nel 1945 fonda Les Temps Modernes con de Beauvoir, rivista che diventa punto di riferimento per il dibattito culturale del dopoguerra.
Tiene la conferenza L’esistenzialismo è un umanismo, che rende il suo pensiero accessibile al grande pubblico.
L’uomo, dice Sartre, è “condannato a essere libero” e deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
I rifiuti di Jean-Paul Sartre
Rifiuta la Legion d’onore nel 1945 e il Premio Nobel per la Letteratura nel 1964, sostenendo che i premi istituzionali minacciano l’indipendenza dello scrittore.
Queste scelte rafforzano la sua immagine di intellettuale libero e coerente.
Il pensiero filosofico
Jean-Paul Sartre sviluppa un esistenzialismo ateo in cui l’individuo è chiamato a dare senso alla propria esistenza.
“L’esistenza precede l’essenza” diventa il principio guida del suo pensiero.
In L’essere e il nulla, riflette sull’identità come costruzione continua e sulla responsabilità come fondamento etico.
Jean-Paul Sartre e l’impegno politico
Sostiene a lungo le lotte del proletariato, senza mai iscriversi al Partito Comunista.
Appoggia la Rivoluzione cubana, il pensiero anticolonialista di Fanon e partecipa al Tribunale Russell-Sartre contro i crimini di guerra.
Negli anni Settanta si avvicina a posizioni anarco-comuniste, deluso dai regimi sovietici.
Un’intensa produzione culturale
Sartre scrive romanzi, saggi, opere teatrali e memorie.
Tra i suoi scritti più noti: La Nausea, L’essere e il nulla, Le parole e Il diavolo e il buon Dio.
Il suo legame con Simone de Beauvoir diventa simbolo di amore libero e di impegno condiviso.
Gli ultimi anni, la morte e i funerali
Negli ultimi anni perde quasi completamente la vista, ma continua a lavorare grazie all’aiuto di Pierre Victor.
Nel 1973 è colpito da un ictus che ne limita ulteriormente l’attività, ma non lo priva della lucidità filosofica.
Muore il 15 aprile 1980 all’ospedale Broussais di Parigi per un edema polmonare.
Il presidente Giscard d’Estaing propone funerali di Stato, ma la famiglia rifiuta.
Viene sepolto nel cimitero di Montparnasse, dove sei anni dopo verrà tumulata accanto a lui Simone de Beauvoir.
Jean-Paul Sartre nasce a Parigi il 21 giugno 1905.
Rimane orfano di padre a quindici mesi e cresce con la madre Anne-Marie e il nonno Charles Schweitzer, che lo educa fin da piccolo.
Mostra subito una grande passione per la lettura e un temperamento riflessivo.
Lo strabismo e i problemi alla vista condizionano profondamente la sua percezione del mondo.
Durante gli studi stringe amicizia con Paul Nizan e si iscrive all’École Normale Supérieure, dove si laurea in filosofia nel 1929.
Nello stesso anno incontra Simone de Beauvoir, sua compagna di vita e pensiero.
Jean-Paul Sartre e gli esordi letterari
Negli anni Trenta insegna filosofia e, grazie a una borsa di studio, si trasferisce a Berlino.
Qui studia Husserl e Heidegger, assimilando la fenomenologia e l’ontologia esistenziale.
Si avvicina anche al pensiero di Marx e Rousseau.
Nel 1938 pubblica La Nausea, che lo impone come scrittore e filosofo esistenzialista.
La guerra e la Resistenza
Durante la Seconda guerra mondiale viene arruolato e fatto prigioniero in Germania, dove continua a scrivere e a mettere in scena opere teatrali.
Riesce a fuggire e si unisce alla Resistenza, collaborando con il movimento Combat e stringendo rapporti con Albert Camus.
In questo periodo intensifica il suo impegno politico e civile.
Il dopoguerra e il successo dell’esistenzialismo
Nel 1945 fonda Les Temps Modernes con de Beauvoir, rivista che diventa punto di riferimento per il dibattito culturale del dopoguerra.
Tiene la conferenza L’esistenzialismo è un umanismo, che rende il suo pensiero accessibile al grande pubblico.
L’uomo, dice Sartre, è “condannato a essere libero” e deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
I rifiuti di Jean-Paul Sartre
Rifiuta la Legion d’onore nel 1945 e il Premio Nobel per la Letteratura nel 1964, sostenendo che i premi istituzionali minacciano l’indipendenza dello scrittore.
Queste scelte rafforzano la sua immagine di intellettuale libero e coerente.
Il pensiero filosofico
Jean-Paul Sartre sviluppa un esistenzialismo ateo in cui l’individuo è chiamato a dare senso alla propria esistenza.
“L’esistenza precede l’essenza” diventa il principio guida del suo pensiero.
In L’essere e il nulla, riflette sull’identità come costruzione continua e sulla responsabilità come fondamento etico.
Jean-Paul Sartre e l’impegno politico
Sostiene a lungo le lotte del proletariato, senza mai iscriversi al Partito Comunista.
Appoggia la Rivoluzione cubana, il pensiero anticolonialista di Fanon e partecipa al Tribunale Russell-Sartre contro i crimini di guerra.
Negli anni Settanta si avvicina a posizioni anarco-comuniste, deluso dai regimi sovietici.
Un’intensa produzione culturale
Sartre scrive romanzi, saggi, opere teatrali e memorie.
Tra i suoi scritti più noti: La Nausea, L’essere e il nulla, Le parole e Il diavolo e il buon Dio.
Il suo legame con Simone de Beauvoir diventa simbolo di amore libero e di impegno condiviso.
Gli ultimi anni, la morte e i funerali
Negli ultimi anni perde quasi completamente la vista, ma continua a lavorare grazie all’aiuto di Pierre Victor.
Nel 1973 è colpito da un ictus che ne limita ulteriormente l’attività, ma non lo priva della lucidità filosofica.
Muore il 15 aprile 1980 all’ospedale Broussais di Parigi per un edema polmonare.
Il presidente Giscard d’Estaing propone funerali di Stato, ma la famiglia rifiuta.
Viene sepolto nel cimitero di Montparnasse, dove sei anni dopo verrà tumulata accanto a lui Simone de Beauvoir.