13 aprile 2022. Muore Letizia Battaglia, uno sguardo sul mondo e sulla vita.

Letizia Battaglia nasce a Palermo il 5 marzo 1935.
Cresce in una famiglia conservatrice, in una città complessa e contraddittoria.
All’età di trentaquattro anni inizia a fotografare, collaborando con il giornale “L’Ora” di Palermo.
Si ritrova presto a essere l’unica donna in un ambiente dominato da colleghi uomini.
Nel 1970 si trasferisce a Milano, dove lavora per varie testate giornalistiche.
Dopo quattro anni torna a Palermo, dove fonda con Franco Zecchin l’agenzia “Informazione fotografica”.
L’agenzia diventa punto di riferimento per grandi fotografi come Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.
Comincia a documentare delitti mafiosi, comprendendo di trovarsi al centro di una vera e propria guerra civile.
L’impegno contro la mafia e la fama internazionale
Nel suo archivio prende forma il racconto visivo dell’egemonia dei Corleonesi.
Scatta le foto dell’hotel Zagarella con Giulio Andreotti e gli esattori mafiosi Salvo.
Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter sul luogo dell’omicidio di Piersanti Mattarella.
Uno dei suoi scatti più celebri è quello della “bambina con il pallone”, simbolo dell’innocenza violata.
La sua fotografia si distingue per il potente bianco e nero, diretto e privo di artifici.
Attraverso le sue immagini mostra Palermo in tutte le sue contraddizioni.
Non si limita alla cronaca giudiziaria, ma racconta feste popolari, donne, bambini e quartieri dimenticati.
Le sue opere le valgono un riconoscimento internazionale come fotografa e testimone civile.
Un laboratorio per la memoria collettiva
Negli anni ’80 fonda il “Laboratorio d’If”, un punto di riferimento per giovani fotografi palermitani.
Tra i partecipanti figurano sua figlia Shobha, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto.
Nel 1985 conquista un primato, diventando la prima donna europea a ricevere il Premio Eugene Smith.
Quattordici anni dopo, nel 1999, ottiene anche il prestigioso riconoscimento Mother Johnson Achievement for Life.
Espone le sue opere nei più importanti musei e gallerie internazionali, dal Centre Pompidou a New York, fino al Brasile e alla Svizzera.
Il 2017 segna un momento fondamentale con l’inaugurazione del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa.
Questa struttura diventa un luogo dinamico, dove fotografia, memoria, cultura e cittadinanza si incontrano e si rinnovano.
Impegno politico e sociale
Letizia Battaglia è anche attiva in politica e nella società civile.
Nel 1979 è tra i fondatori del Centro di documentazione “Giuseppe Impastato”.
Negli anni ’80 diventa consigliera comunale con i Verdi a Palermo.
Fa parte della giunta Orlando, dove ricopre il ruolo di assessore.
Nel 1991 viene eletta deputata all’Assemblea Regionale Siciliana con La Rete.
Ricopre la carica di vicepresidente della Commissione Cultura.
Nel 2000 fonda e dirige “Mezzocielo”, rivista femminile realizzata da donne.
La sua attività politica è sempre coerente con il suo impegno per la legalità e i diritti civili.
Il ritorno a Palermo e le ultime mostre
Delusa dal clima sociale italiano, nel 2003 si trasferisce a Parigi.
Dopo due anni, però, ritorna nella sua amata Palermo.
Nel 2011 riesce a esporre nuovamente nella sua città, grazie all’iniziativa del Palermo Pride.
Successivamente, nel 2019, inaugura una grande retrospettiva alla Casa dei Tre Oci di Venezia.
Nel 2022 porta le sue ultime importanti mostre a Roma e Forlì, confermandosi figura centrale della fotografia italiana.
Parallelamente alla fotografia, si dedica anche a filmati, documentari e interventi nei media.
Partecipa, ad esempio, al film “Palermo Shooting” di Wim Wenders, uscito nel 2008.
Nel 2019 viene celebrata dal documentario “Shooting the Mafia” diretto da Kim Longinotto.
Infine, nel 2022, la RAI trasmette una miniserie a lei dedicata: “Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa”.
Letizia Battaglia: uno stile unico e inconfondibile
Letizia Battaglia rifiuta la spettacolarizzazione della violenza.
La sua fotografia mostra il dolore senza mai scivolare nel sensazionalismo.
Preferisce i soggetti femminili, i bambini, i volti pieni di espressività.
Cerca la verità nel quotidiano, nelle strade di Palermo, nei silenzi della sofferenza.
Attraverso l’obiettivo diventa voce per chi non può parlare.
Le sue immagini scuotono le coscienze, ispirano nuove generazioni, resistono al tempo.
Restituiscono dignità alla Sicilia e raccontano una storia collettiva troppo spesso ignorata.
La morte e l’eredità di Letizia Battaglia
Letizia Battaglia si spegne il 13 aprile 2022 nella sua abitazione di Palermo, all’età di 87 anni.
Il suo archivio, le sue immagini e il suo lavoro restano come testimonianza d’arte contemporanea e impegno civile.
L’Associazione “Archivio Letizia Battaglia” viene fondata nel 2021 da Letizia Battaglia e oggi è gestita dai i nipoti Matteo e Marta Sollima con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il lavoro della fotoreporter.
Laura Persico Pezzino
Letizia Battaglia nasce a Palermo il 5 marzo 1935.
Cresce in una famiglia conservatrice, in una città complessa e contraddittoria.
All’età di trentaquattro anni inizia a fotografare, collaborando con il giornale “L’Ora” di Palermo.
Si ritrova presto a essere l’unica donna in un ambiente dominato da colleghi uomini.
Nel 1970 si trasferisce a Milano, dove lavora per varie testate giornalistiche.
Dopo quattro anni torna a Palermo, dove fonda con Franco Zecchin l’agenzia “Informazione fotografica”.
L’agenzia diventa punto di riferimento per grandi fotografi come Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.
Comincia a documentare delitti mafiosi, comprendendo di trovarsi al centro di una vera e propria guerra civile.
L’impegno contro la mafia e la fama internazionale
Nel suo archivio prende forma il racconto visivo dell’egemonia dei Corleonesi.
Scatta le foto dell’hotel Zagarella con Giulio Andreotti e gli esattori mafiosi Salvo.
Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter sul luogo dell’omicidio di Piersanti Mattarella.
Uno dei suoi scatti più celebri è quello della “bambina con il pallone”, simbolo dell’innocenza violata.
La sua fotografia si distingue per il potente bianco e nero, diretto e privo di artifici.
Attraverso le sue immagini mostra Palermo in tutte le sue contraddizioni.
Non si limita alla cronaca giudiziaria, ma racconta feste popolari, donne, bambini e quartieri dimenticati.
Le sue opere le valgono un riconoscimento internazionale come fotografa e testimone civile.
Un laboratorio per la memoria collettiva
Negli anni ’80 fonda il “Laboratorio d’If”, un punto di riferimento per giovani fotografi palermitani.
Tra i partecipanti figurano sua figlia Shobha, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto.
Nel 1985 conquista un primato, diventando la prima donna europea a ricevere il Premio Eugene Smith.
Quattordici anni dopo, nel 1999, ottiene anche il prestigioso riconoscimento Mother Johnson Achievement for Life.
Espone le sue opere nei più importanti musei e gallerie internazionali, dal Centre Pompidou a New York, fino al Brasile e alla Svizzera.
Il 2017 segna un momento fondamentale con l’inaugurazione del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa.
Questa struttura diventa un luogo dinamico, dove fotografia, memoria, cultura e cittadinanza si incontrano e si rinnovano.
Impegno politico e sociale
Letizia Battaglia è anche attiva in politica e nella società civile.
Nel 1979 è tra i fondatori del Centro di documentazione “Giuseppe Impastato”.
Negli anni ’80 diventa consigliera comunale con i Verdi a Palermo.
Fa parte della giunta Orlando, dove ricopre il ruolo di assessore.
Nel 1991 viene eletta deputata all’Assemblea Regionale Siciliana con La Rete.
Ricopre la carica di vicepresidente della Commissione Cultura.
Nel 2000 fonda e dirige “Mezzocielo”, rivista femminile realizzata da donne.
La sua attività politica è sempre coerente con il suo impegno per la legalità e i diritti civili.
Il ritorno a Palermo e le ultime mostre
Delusa dal clima sociale italiano, nel 2003 si trasferisce a Parigi.
Dopo due anni, però, ritorna nella sua amata Palermo.
Nel 2011 riesce a esporre nuovamente nella sua città, grazie all’iniziativa del Palermo Pride.
Successivamente, nel 2019, inaugura una grande retrospettiva alla Casa dei Tre Oci di Venezia.
Nel 2022 porta le sue ultime importanti mostre a Roma e Forlì, confermandosi figura centrale della fotografia italiana.
Parallelamente alla fotografia, si dedica anche a filmati, documentari e interventi nei media.
Partecipa, ad esempio, al film “Palermo Shooting” di Wim Wenders, uscito nel 2008.
Nel 2019 viene celebrata dal documentario “Shooting the Mafia” diretto da Kim Longinotto.
Infine, nel 2022, la RAI trasmette una miniserie a lei dedicata: “Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa”.
Letizia Battaglia: uno stile unico e inconfondibile
Letizia Battaglia rifiuta la spettacolarizzazione della violenza.
La sua fotografia mostra il dolore senza mai scivolare nel sensazionalismo.
Preferisce i soggetti femminili, i bambini, i volti pieni di espressività.
Cerca la verità nel quotidiano, nelle strade di Palermo, nei silenzi della sofferenza.
Attraverso l’obiettivo diventa voce per chi non può parlare.
Le sue immagini scuotono le coscienze, ispirano nuove generazioni, resistono al tempo.
Restituiscono dignità alla Sicilia e raccontano una storia collettiva troppo spesso ignorata.
La morte e l’eredità di Letizia Battaglia
Letizia Battaglia si spegne il 13 aprile 2022 nella sua abitazione di Palermo, all’età di 87 anni.
Il suo archivio, le sue immagini e il suo lavoro restano come testimonianza d’arte contemporanea e impegno civile.
L’Associazione “Archivio Letizia Battaglia” viene fondata nel 2021 da Letizia Battaglia e oggi è gestita dai i nipoti Matteo e Marta Sollima con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il lavoro della fotoreporter.
Laura Persico Pezzino