11 aprile 1977. Muore Jacques Prévert, poeta d’amore e libertà.

Jacques Prévert nasce il 4 febbraio del 1900 a Neully sur Seine. È il secondo dei due figli della coppia formata da Suzanne Catusie e André Prévert. Con il fratello Pierre si crea da subito un legame molto intenso che i due manterranno nel corso delle loro intere vite, collaborando spesso anche da un punto di vista lavorativo.
Dopo un periodo caratterizzato da notevoli difficoltà economiche, il padre viene assunto presso l’Ufficio centrale dei poveri di Parigi dove lo segue l’intera famiglia. Spesso lo stesso Jacques accompagna il padre nelle sue visite di lavoro ai poveri della città, e il misero spettacolo a cui assiste rimane così impresso nella sua memoria da diventare protagonista di alcune scene del film che scrive per Marcel Carné “Les enfants du paradis”.
L’approccio al surrealismo
Prévert abbandona presto la scuola e svolge diversi lavori, tra cui fattorino e impiegato.
Nel 1920 presta servizio militare a Lunéville, dove stringe amicizia con Yves Tanguy e Marcel Duhamel.
Con loro si trasferisce a Montparnasse, formando un gruppo bohémien che diventa punto di riferimento per i surrealisti.
Nel 1925 si avvicina ufficialmente al movimento surrealista, ma nel 1930 rompe con André Breton.
Da quel momento sviluppa uno stile personale, libero da regole e gerarchie artistiche.
Teatro e impegno sociale
Tra il 1932 e il 1936 Prévert lavora con il gruppo d’Ottobre, compagnia teatrale legata al teatro operaio.
Scrive testi satirici e impegnati come Marche ou crève e La Bataille de Fontenoy, rappresentato anche a Mosca.
Il suo teatro dà voce al popolo, critica il potere e celebra la dignità degli ultimi. Riesce a fondere ironia, poesia e denuncia sociale con grande efficacia scenica.
L’attività cinematografica
Parallelamente al teatro, Prévert lavora nel cinema scrivendo sceneggiature di grande successo. Collabora con registi come Jean Renoir, Marc Allégret e soprattutto Marcel Carné. Con lui firma capolavori come Le crime de Monsieur Lange, Drôle de drame e Les enfants du paradis.
I suoi dialoghi poetici e la sua visione umana rendono questi film autentici gioielli del realismo poetico francese.
Jacques Prévert e la consacrazione poetica
Nel 1946 pubblica la sua prima raccolta di poesie, Paroles, che ottiene un successo straordinario.
Le sue poesie parlano, con un linguaggio semplice e intenso, d’amore, di libertà, di quotidianità, ma parlano anche di morte, guerra e innocenza perduta.
Tra tutti le sue chanson vogliamo citarne due in particolare. Les feuilles mortes (Le foglie morte), poesia malinconica e intensa che diventa una delle chanson francesi più amate di sempre. Messa in musica da Joseph Kosma e cantata da Yves Montand e Juliette Gréco, la poesia entra nella memoria collettiva.
In Chanson des escargots qui vont à l’enterrement (Canto delle lumache che vanno al funerale) ovvero “Del trionfo della vita sulla morte”.
E qui la morte non è solo un fatto biologico; la Morte è la Guerra che era appena finita e quindi non bisognava indugiare oltre, bisognava riprendersi la vita e suoi colori e mettersi a cantare fino a sfinirsi la canzone della vita, dell’estate, e bere e ubriacarsi, mentre nell’alto dei cieli la Luna (e non altri) veglia sul mondo che ha ritrovato la pace…
La poesia è libertà
Prévert si oppone con fermezza a ogni forma di autorità e conformismo.
Esalta l’amore libero, la fantasia e la ribellione dell’infanzia contro le istituzioni.
Nelle sue poesie gli uccelli rappresentano la libertà assoluta, mentre i bambini incarnano la gioia e la verità.
Critica duramente la scuola, la guerra, il moralismo e i poteri forti, ma lo fa con sarcasmo, tenerezza e poesia.
La sua è una voce anarchica, che non smette mai di sognare un mondo più giusto e umano.
La forza delle sue parole sta nella capacità di toccare il cuore senza artifici, usando il linguaggio della strada e dell’anima.
Jacques Prévert e l’arte del collage
Dopo un grave incidente nel 1948, Prévert resta in coma per settimane ma riesce a riprendersi.
Durante la convalescenza scopre il collage, che diventa una nuova forma di espressione artistica.
Espone le sue opere a Parigi e collabora con artisti come Marc Chagall, Joan Miró e Pablo Picasso.
I suoi collage, come le sue poesie, mischiano immagini quotidiane e surrealismo, ironia e meraviglia.
Ultimi anni e l’impegno culturale
Negli anni Cinquanta e Sessanta continua a pubblicare poesie, racconti, testi per bambini e saggi illustrati.
Partecipa al dibattito politico e si schiera contro le guerre coloniali e l’oppressione.
Nel 1968 appoggia con entusiasmo le proteste studentesche e i movimenti operai.
Fino agli ultimi anni resta fedele al suo spirito libero, creativo e profondamente umano.
11 aprile 1977. La morte di Jacques Prévert
Jacques Prévert muore l’11 aprile 1977 a Omonville-la-Petite, in Normandia, a causa di un tumore ai polmoni.
Viene sepolto nel piccolo cimitero del villaggio, accanto alla moglie Janine.
La sua tomba, semplice e silenziosa, è spesso visitata da ammiratori provenienti da tutto il mondo.
Jacques Prévert nasce il 4 febbraio del 1900 a Neully sur Seine. È il secondo dei due figli della coppia formata da Suzanne Catusie e André Prévert. Con il fratello Pierre si crea da subito un legame molto intenso che i due manterranno nel corso delle loro intere vite, collaborando spesso anche da un punto di vista lavorativo.
Dopo un periodo caratterizzato da notevoli difficoltà economiche, il padre viene assunto presso l’Ufficio centrale dei poveri di Parigi dove lo segue l’intera famiglia. Spesso lo stesso Jacques accompagna il padre nelle sue visite di lavoro ai poveri della città, e il misero spettacolo a cui assiste rimane così impresso nella sua memoria da diventare protagonista di alcune scene del film che scrive per Marcel Carné “Les enfants du paradis”.
L’approccio al surrealismo
Prévert abbandona presto la scuola e svolge diversi lavori, tra cui fattorino e impiegato.
Nel 1920 presta servizio militare a Lunéville, dove stringe amicizia con Yves Tanguy e Marcel Duhamel.
Con loro si trasferisce a Montparnasse, formando un gruppo bohémien che diventa punto di riferimento per i surrealisti.
Nel 1925 si avvicina ufficialmente al movimento surrealista, ma nel 1930 rompe con André Breton.
Da quel momento sviluppa uno stile personale, libero da regole e gerarchie artistiche.
Teatro e impegno sociale
Tra il 1932 e il 1936 Prévert lavora con il gruppo d’Ottobre, compagnia teatrale legata al teatro operaio.
Scrive testi satirici e impegnati come Marche ou crève e La Bataille de Fontenoy, rappresentato anche a Mosca.
Il suo teatro dà voce al popolo, critica il potere e celebra la dignità degli ultimi. Riesce a fondere ironia, poesia e denuncia sociale con grande efficacia scenica.
L’attività cinematografica
Parallelamente al teatro, Prévert lavora nel cinema scrivendo sceneggiature di grande successo. Collabora con registi come Jean Renoir, Marc Allégret e soprattutto Marcel Carné. Con lui firma capolavori come Le crime de Monsieur Lange, Drôle de drame e Les enfants du paradis.
I suoi dialoghi poetici e la sua visione umana rendono questi film autentici gioielli del realismo poetico francese.
Jacques Prévert e la consacrazione poetica
Nel 1946 pubblica la sua prima raccolta di poesie, Paroles, che ottiene un successo straordinario.
Le sue poesie parlano, con un linguaggio semplice e intenso, d’amore, di libertà, di quotidianità, ma parlano anche di morte, guerra e innocenza perduta.
Tra tutti le sue chanson vogliamo citarne due in particolare. Les feuilles mortes (Le foglie morte), poesia malinconica e intensa che diventa una delle chanson francesi più amate di sempre. Messa in musica da Joseph Kosma e cantata da Yves Montand e Juliette Gréco, la poesia entra nella memoria collettiva.
In Chanson des escargots qui vont à l’enterrement (Canto delle lumache che vanno al funerale) ovvero “Del trionfo della vita sulla morte”.
E qui la morte non è solo un fatto biologico; la Morte è la Guerra che era appena finita e quindi non bisognava indugiare oltre, bisognava riprendersi la vita e suoi colori e mettersi a cantare fino a sfinirsi la canzone della vita, dell’estate, e bere e ubriacarsi, mentre nell’alto dei cieli la Luna (e non altri) veglia sul mondo che ha ritrovato la pace…
La poesia è libertà
Prévert si oppone con fermezza a ogni forma di autorità e conformismo.
Esalta l’amore libero, la fantasia e la ribellione dell’infanzia contro le istituzioni.
Nelle sue poesie gli uccelli rappresentano la libertà assoluta, mentre i bambini incarnano la gioia e la verità.
Critica duramente la scuola, la guerra, il moralismo e i poteri forti, ma lo fa con sarcasmo, tenerezza e poesia.
La sua è una voce anarchica, che non smette mai di sognare un mondo più giusto e umano.
La forza delle sue parole sta nella capacità di toccare il cuore senza artifici, usando il linguaggio della strada e dell’anima.
Jacques Prévert e l’arte del collage
Dopo un grave incidente nel 1948, Prévert resta in coma per settimane ma riesce a riprendersi.
Durante la convalescenza scopre il collage, che diventa una nuova forma di espressione artistica.
Espone le sue opere a Parigi e collabora con artisti come Marc Chagall, Joan Miró e Pablo Picasso.
I suoi collage, come le sue poesie, mischiano immagini quotidiane e surrealismo, ironia e meraviglia.
Ultimi anni e l’impegno culturale
Negli anni Cinquanta e Sessanta continua a pubblicare poesie, racconti, testi per bambini e saggi illustrati.
Partecipa al dibattito politico e si schiera contro le guerre coloniali e l’oppressione.
Nel 1968 appoggia con entusiasmo le proteste studentesche e i movimenti operai.
Fino agli ultimi anni resta fedele al suo spirito libero, creativo e profondamente umano.
11 aprile 1977. La morte di Jacques Prévert
Jacques Prévert muore l’11 aprile 1977 a Omonville-la-Petite, in Normandia, a causa di un tumore ai polmoni.
Viene sepolto nel piccolo cimitero del villaggio, accanto alla moglie Janine.
La sua tomba, semplice e silenziosa, è spesso visitata da ammiratori provenienti da tutto il mondo.