10 aprile 1931. Muore Khalil Gibran, poeta tra Oriente e Occidente.

Khalil Gibran nasce il 6 gennaio 1883 a Bsharri, un villaggio montano del Libano.
Cresce in una famiglia cristiana maronita, in condizioni economiche difficili.
Non frequenta scuole regolari, ma riceve una prima istruzione da preti locali che lo avviano alla lettura della Bibbia e alla lingua araba.
Durante l’infanzia, sviluppa già idee mistiche e spirituali che lo ispirano nelle sue opere future.
Quando suo padre viene arrestato per peculato, la famiglia perde tutti i beni.
Nel 1895, la madre Kamila decide di emigrare negli Stati Uniti con i figli, lasciando il marito in Libano.
L’arrivo negli Stati Uniti
Dopo un breve passaggio a New York, la famiglia si stabilisce a Boston, dove vive una grande comunità siro-libanese.
Khalil inizia a frequentare la scuola pubblica.
Il suo insegnante gli consiglia di cambiare il nome in Kahlil Gibran, per adattarlo alla lingua inglese.
Si iscrive a una scuola d’arte e attira presto l’attenzione del fotografo Fred Holland Day.
Nel 1898 alcuni suoi disegni vengono pubblicati per la prima volta.
Il ritorno in Libano e gli studi a Beirut
Nel 1899 Khalil Gibran torna in Libano per completare la sua formazione.
Si iscrive al Collège de la Sagesse, studia letteratura araba e fonda una rivista scolastica.
Viene eletto “poeta del collegio”.
Il rapporto difficile con il padre lo spinge a fare ritorno negli Stati Uniti nel 1902.
Perdite familiari e nuovi legami
Al suo rientro a Boston, affronta una serie di lutti devastanti: perdono la vita la sorella Sultana, il fratello Peter e infine la madre.
Sopravvive solo la sorella Mariana, che si sacrifica lavorando come sarta per mantenere entrambi.
In questo periodo conosce la poetessa Josephine Peabody e, poco dopo, Mary Haskell, che diventa la sua mecenate e confidente.
La relazione con Mary è profonda e duratura, anche se platonica.
Parigi e l’incontro con la cultura europea
Nel 1908 Mary Haskell finanzia il suo viaggio a Parigi.
Gibran studia pittura all’Académie Julian e filosofia leggendo Nietzsche, Rousseau e Voltaire.
Conosce il connazionale Youssef Howayek, che diventa suo grande amico.
Visita anche Londra e incontra Amin al-Rihani, altro importante scrittore arabo-americano.
Quando suo padre muore, Gibran trova conforto nella notizia della sua benedizione finale.
Il ritorno negli USA e la consacrazione artistica
Tornato a Boston, continua a dedicarsi all’arte e alla scrittura.
Espone in numerose gallerie e partecipa attivamente alla vita culturale americana.
Si unisce all’Associazione della Penna, fondata da scrittori arabi emigrati come lui.
Con il sostegno linguistico di Mary Haskell, Gibran inizia a scrivere in inglese.
Nel 1918 pubblica “Il folle”, il suo primo libro in lingua inglese.
Il successo internazionale con “Il Profeta”
Nel 1923 pubblica “Il Profeta”, la sua opera più famosa.
Si tratta di ventisei saggi poetici su temi universali come amore, libertà, dolore e morte.
Il linguaggio simbolico e spirituale affascina milioni di lettori nel mondo.
Durante gli anni Sessanta, il libro diventa un testo di riferimento per la controcultura americana e la spiritualità New Age.
Gibran si ispira profondamente alla figura di ʻAbdu’l-Bahá, guida della fede Baháʼí.
Lo raffigura in due ritratti e lo cita come fonte di ispirazione per il personaggio principale del Profeta.
Khalil Gibran, temi e stile
Le sue opere trattano spesso del cristianesimo, della spiritualità e della natura duale dell’animo umano.
Il suo stile fonde l’eleganza del linguaggio arabo con la semplicità poetica dell’inglese biblico.
Saggi come “Il Figlio dell’Uomo” e “Sabbia e schiuma” confermano la sua visione mistica del mondo.
Khalil Gibran ama esprimere concetti profondi con parole semplici e universali.
Uno dei suoi versi più famosi è:
“Half of what I say is meaningless, but I say it so that the other half may reach you.”
Morte e funerali di Khalil Gibran
Nel 1929 Gibran scopre di avere una grave forma di steatosi epatica.
Soffre anche di tubercolosi incipiente.
Il 10 aprile 1931 muore a New York all’età di 48 anni.
Il suo corpo viene trasportato in Libano, secondo il suo desiderio.
Nel 1932 la sorella Mariana e Mary Haskell acquistano per lui il monastero Mar Sarkis, dove oggi riposa.
Khalil Gibran nasce il 6 gennaio 1883 a Bsharri, un villaggio montano del Libano.
Cresce in una famiglia cristiana maronita, in condizioni economiche difficili.
Non frequenta scuole regolari, ma riceve una prima istruzione da preti locali che lo avviano alla lettura della Bibbia e alla lingua araba.
Durante l’infanzia, sviluppa già idee mistiche e spirituali che lo ispirano nelle sue opere future.
Quando suo padre viene arrestato per peculato, la famiglia perde tutti i beni.
Nel 1895, la madre Kamila decide di emigrare negli Stati Uniti con i figli, lasciando il marito in Libano.
L’arrivo negli Stati Uniti
Dopo un breve passaggio a New York, la famiglia si stabilisce a Boston, dove vive una grande comunità siro-libanese.
Khalil inizia a frequentare la scuola pubblica.
Il suo insegnante gli consiglia di cambiare il nome in Kahlil Gibran, per adattarlo alla lingua inglese.
Si iscrive a una scuola d’arte e attira presto l’attenzione del fotografo Fred Holland Day.
Nel 1898 alcuni suoi disegni vengono pubblicati per la prima volta.
Il ritorno in Libano e gli studi a Beirut
Nel 1899 Khalil Gibran torna in Libano per completare la sua formazione.
Si iscrive al Collège de la Sagesse, studia letteratura araba e fonda una rivista scolastica.
Viene eletto “poeta del collegio”.
Il rapporto difficile con il padre lo spinge a fare ritorno negli Stati Uniti nel 1902.
Perdite familiari e nuovi legami
Al suo rientro a Boston, affronta una serie di lutti devastanti: perdono la vita la sorella Sultana, il fratello Peter e infine la madre.
Sopravvive solo la sorella Mariana, che si sacrifica lavorando come sarta per mantenere entrambi.
In questo periodo conosce la poetessa Josephine Peabody e, poco dopo, Mary Haskell, che diventa la sua mecenate e confidente.
La relazione con Mary è profonda e duratura, anche se platonica.
Parigi e l’incontro con la cultura europea
Nel 1908 Mary Haskell finanzia il suo viaggio a Parigi.
Gibran studia pittura all’Académie Julian e filosofia leggendo Nietzsche, Rousseau e Voltaire.
Conosce il connazionale Youssef Howayek, che diventa suo grande amico.
Visita anche Londra e incontra Amin al-Rihani, altro importante scrittore arabo-americano.
Quando suo padre muore, Gibran trova conforto nella notizia della sua benedizione finale.
Il ritorno negli USA e la consacrazione artistica
Tornato a Boston, continua a dedicarsi all’arte e alla scrittura.
Espone in numerose gallerie e partecipa attivamente alla vita culturale americana.
Si unisce all’Associazione della Penna, fondata da scrittori arabi emigrati come lui.
Con il sostegno linguistico di Mary Haskell, Gibran inizia a scrivere in inglese.
Nel 1918 pubblica “Il folle”, il suo primo libro in lingua inglese.
Il successo internazionale con “Il Profeta”
Nel 1923 pubblica “Il Profeta”, la sua opera più famosa.
Si tratta di ventisei saggi poetici su temi universali come amore, libertà, dolore e morte.
Il linguaggio simbolico e spirituale affascina milioni di lettori nel mondo.
Durante gli anni Sessanta, il libro diventa un testo di riferimento per la controcultura americana e la spiritualità New Age.
Gibran si ispira profondamente alla figura di ʻAbdu’l-Bahá, guida della fede Baháʼí.
Lo raffigura in due ritratti e lo cita come fonte di ispirazione per il personaggio principale del Profeta.
Khalil Gibran, temi e stile
Le sue opere trattano spesso del cristianesimo, della spiritualità e della natura duale dell’animo umano.
Il suo stile fonde l’eleganza del linguaggio arabo con la semplicità poetica dell’inglese biblico.
Saggi come “Il Figlio dell’Uomo” e “Sabbia e schiuma” confermano la sua visione mistica del mondo.
Khalil Gibran ama esprimere concetti profondi con parole semplici e universali.
Uno dei suoi versi più famosi è:
“Half of what I say is meaningless, but I say it so that the other half may reach you.”
Morte e funerali di Khalil Gibran
Nel 1929 Gibran scopre di avere una grave forma di steatosi epatica.
Soffre anche di tubercolosi incipiente.
Il 10 aprile 1931 muore a New York all’età di 48 anni.
Il suo corpo viene trasportato in Libano, secondo il suo desiderio.
Nel 1932 la sorella Mariana e Mary Haskell acquistano per lui il monastero Mar Sarkis, dove oggi riposa.