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Strage del Gargano. Niente funerali pubblici per il boss.

Erano due grandi lavoratori, contadini d’altri tempi, i fratelli Aurelio e Luigi Luciani. Quarantatré anni il primo, quarantotto il secondo. Amavano la terra, un amore che si tramandavano di generazione in generazione, e la mattina del 9 agosto scorso avevano gli attrezzi del mestiere nel loro Fiorino bianco per una giornata iniziata all’alba nei campi e terminata poche ore dopo, a poca distanza dalla vecchia stazione di San Marco in Lamis, quando sono stati ammazzati, perché testimoni scomodi, da un commando armato che ha ucciso in quell’agguato il boss Mario Luciano Romito e il cognato, che era con lui, Matteo De Palma.

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