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É morto il giurista Stefano Rodotà. Il punto di vista laico sui grandi temi del nostro Paese.

C’è un impoverimento culturale che si fa sentire: la cattiva politica è figlia della cattiva cultura“. Così Stefano Rodotà, morto oggi all’età di 84 anni, ammoniva già nel 2000. Una frase che sintetizza l’impegno di una vita di un protagonista della nostra vita pubblica che con passione inesausta ha sempre cercato di far valere un punto di vista laico nei grandi temi del nostro Paese. Difficile inquadrarlo con un’etichetta – giurista, politico, riserva della Repubblica – ma anche complicato incasellarlo dentro uno schieramento: è stato radicale, poi indipendente di sinistra, infine movimentista senza casacca. Comunque sempre a sinistra. È stato un intellettuale di valore, uno degli ultimi in questo Paese sempre più avaro di idee. Soprattutto, fino alla fine, è stato un uomo libero.

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