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9 agosto 1991. L’omicidio di Antonino Scopelliti.

Il giudice solo: così  era stato ribattezzato il magistrato Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato di mafia a pochi chilometri da Villa San Giovanni, in Calabria, mentre era alla guida della sua auto. Nativo di Reggio Calabria, dove nasce nel 1953, era tornato nella sua regione per trascorrere le vacanze.
Come Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione, avrebbe dovuto rappresentare l’accusa contro gli imputati del maxiprocesso di mafia a Palermo. Secondo i pentiti della ‘ndrangheta Giacomo Lauro e Filippo Barreca, sarebbe stata la cupola di Cosa Nostra siciliana a chiedere alla ‘ndrangheta di uccidere Scopelliti, che, in cambio del ”favore” ricevuto, sarebbe intervenuta per fare cessare la ”guerra di mafia” che si protraeva a Reggio Calabria dall’ottobre 1995 quando fu assassinato il boss Paolo De Stefano.
Nel 2001 la Corte d’ Assise d’Appello di Reggio Calabria assolve Bernardo Provenzano, Giuseppe e Filippo Graviano, Raffaele Ganci, Giuseppe Farinella, Antonino Giuffrè e Benenetto Santapaola dall’accusa di essere stati i mandanti. L’omicidio Scopelliti rimane impunito.

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